Come vivere al meglio un’esperienza indimenticabile passeggiando tra l’arte contemporanea nei luoghi più belli di Venezia.
La Biennale d’Arte, che dal 1887 è presente a Venezia, è uno di quegli eventi tra il mondano e il culturale, del quale moltissimi hanno sentito parlare e al quale tanti vogliono partecipare almeno una volta nella vita.
La settimana più ambita è sempre quella inaugurale, durante la quale non si contano inaugurazioni e feste dedicate alla celebrazione dell’arte e degli artisti contemporanei: tocca fare una selezione ben prima di partire sapendo di tralasciare qualcosa di sicuramente divertente. Ma agosto può rivelarsi un ottimo momento per visitarla, visto che la folla iniziale è stata smaltita e gli italiani sono al mare, non certo in giro per vedere mostre.
Piccola guida alla Biennale: informazioni utili
Le sedi ufficiali dell’esposizione sono due: Giardini e Arsenale, due luoghi veramente unici. I Giardini perché ogni nazione partecipante all’esposizione ha un suo padiglione realizzato da importanti architetti (solo quelli meriterebbero una visita a parte) e Arsenale perché si entra in uno dei luoghi più importanti della storia della Repubblica di Venezia dove venivano costruite le imbarcazioni che tanto resero famosa per i suoi commerci con l’oriente la Serenissima.

Biennale Giardini
L’ente Biennale propone diverse formule di biglietti: dimenticate di poter visitare Biennale e Arsenale in un solo giorno. Meglio scegliere le formule di biglietto che vi permettano di entrare anche in giornate successive e quindi di godervi appieno l’esperienza senza stremarvi.
In ogni caso partite attrezzati: fate una abbondante colazione e portatevi acqua e qualcosa da spizzicare durante le visite come frutta o frutta secca, e soprattutto, se soffrite di pressione bassa, anche della liquirizia: poi all’interno per il pranzo non ci sono problemi in quanto entrambe le sedi sono attrezzate di bar e ristorante, evitando possibilmente le ore 13, ora canonica del pranzo in Italia.
Prendetevi per entrambe le sedi non meno di 4 ore di tempo così potrete sedervi quando stravolti al fresco o guardandovi una videoinstallazione. Se avete delle domande sulle opere esposte, e di sicuro ne avrete, non esitate a chiedere aiuto agli assistenti di padiglione e alle altre persone con ipad e maglietta “ask me”. Inoltre tutti i giorni sono previste visite guidate per poter così meglio apprezzare il percorso espositivo. Se ne desiderate una tutta per voi chiedete a Best Venice Guide (info_EN@bestveniceguide) che ha studiato percorsi anche dedicati ai bambini.
In ogni edizione vengono assegnati i Leoni d’Oro come premio per i padiglioni ritenuti migliori: quest’anno è stato premiato il padiglione della Germania con le opere di Anne Imhof (attenzione che parte dell’opera è una performance quindi controllate quando arrivate gli orari in cui si svolge) e una menzione speciale è stata assegnata al padiglione del Brasile con le opere di Cinthia Marcelle che ha voluto raccontare la crisi economica e politica che sta attraversando il suo paese.
85 sono le partecipazioni Nazionali a questa Biennale 2017. Non tutti i padiglioni sono all’interno delle sedi di Giardini e Arsenale ma moltissimi sono in giro per la città assieme a tanti eventi collaterali in meravigliosi palazzi che solitamente non sono aperti al pubblico: quale occasione migliore quindi per conoscere meglio Venezia? Non esageriamo se diciamo che ci vuole una settimana per vedere tutti gli eventi: la guida più completa si chiama “My Art Guide Venice 2017”: è piccola e maneggevole e da portare nello zainetto, la trovate in tutte le librerie della città e nei bookshop delle varie sedi (c’è anche una app) così potrete avere, oltre all’elenco completo, anche una piccola descrizione delle opere all’interno dei padiglioni visitati.
La Biennale di Cristine Macel
Quest’anno la curatrice francese Cristine Macel ha scelto come tema della Biennale “Viva Arte Viva”: l’idea della curatrice si snoda attraverso 9 “transpadiglioni” tra Giardini e Arsenale con l’idea di raccontare come gli artisti vivono l’arte e come sviluppano le loro pratiche. La curatrice ha selezionato artisti famosi e altri meno famosi ma con l’intento di infondere al visitatore e ai giovani artisti una nuova “energia positiva e prospettica”. L’operazione è riuscita e il visitatore può immergersi in tutte queste opere e lasciarsi trasportare dalle emozioni, scegliendo quella che parla maggiormente al suo cuore. In qualche caso si può perfino entrare nell’opera come nella capanna sciamanica dell’artista brasiliano Ernesto Neto “Um sagrado lugar (Sacred Place), un luogo per vivere in armonia con il mondo e la natura, per la socializzazione e la guarigione dell’anima.

Padiglione Italia
Le segnalazione di Where Venice
Una menzione speciale per Where Venice va al Padiglione Italia presso l’Arsenale curato da Cecilia Alemanni: in particolare l’opera di Giorgio Andreotta Calò “Senza titolo” (La fine del mondo). Dopo essere infatti passati attraverso una cattedrale di tubi, si sale la gradinata e ci si ritrova di fronte a una gigantesca piscina che riflette il tetto a capriate. Un’opera straniante, dove non si capiscono più i confini tra realtà e sogno. Sicuramente una forte emozione.
Tra quelli più visitati e chiaccherati vi suggeriamo una visita alla Chiesa dell’Abazia dove l’artista italo-egizino Omar Hassan ha realizzato un’opera site specific facendo dialogare il classico e il contemporaneo (e così potete visitare anche la chiesa, un vero gioiello) e sicuramente al padiglione nazionale di Antigua e e Barbuda presso il centro Don Orione Artigianelli alle Zattere con le opere dell’artista Frank Walter dedicate al tema “The Last Universal Man” (prima partecipazione nazionale di questo paese e ottime recensioni a livello internazionale di questo padiglione curato da Barbara Paca).
Prendetevi invece un intero pomeriggio per andare all’Isola di San Giorgio e visitate tutte le esposizioni presenti. Un altro pomeriggio dedicatelo a Palazzo Morra che con la mostra “Pesonal Structures – open borders” ha raccolto moltissimi artisti di fama internazionale che si sono misurati con i temi di Tempo, Spazio e Esistenza.
Per il relax vi suggeriamo assolutamente di fermarvi ai Giardini della Marinaressa dove sono state installate le opere di Carole Feuerman: le sue bagnanti in forme iperrealistiche (guardate da vicino come ha reso le goccioline d’acqua) vi rilasseranno dopo le intese visite.

Carole Feuerman Giardini della Marinaressa
Vi sono inoltre opere che sono esposte all’esterno in città come “Support” di Lorenzo Quinn sul Canal Grande presso l’Hotel Ca’ Sagredo e la “Golden Tower” di James Lee Byars, 20 metri d’oro piantati in campo San Vio, all’Accademia. Sempre sul Canal Grande, davanti a Palazzo Grassi la scultura dell’artista Damien Hirst che invita a fare una visita all’interno alla mostra ‘Treasures from the Wreck of the Unbelievable’, un progetto complesso e ambizioso eccezionale nelle dimensioni e nei propositi: la mostra racconta la storia dell’antico naufragio della grande nave ‘Unbelievable’ e ne espone il prezioso carico riscoperto: l’imponente collezione appartenuta al liberto Aulus Calidius Amotan, conosciuto come Cif Amotan II, destinata a un leggendario tempio dedicato al Dio Sole in oriente. Ma sarà tutto vero o solo un’ invenzione di questo incredibile artista?

Damier Hirst Palazzo Grassi
Insomma, per vedere tutto, altro che una settimana: forse bisognerebbe passare l’intera estate a Venezia!