Conosciamo proprio tutti la storia di Peggy Guggenheim? Ora c’è anche un film
L’ho perso al cinema ma l’ho recuperato comperando il DVD in libreria la scorsa settimana: sto parlando di Peggy Guggenheim – Art Addict, il film documentario di Lisa Immordino Vreeland.

Peggy Guggenheim – Art Addicted
Così domenica scorsa, di ritorno da un ottimo agriturismo (magari ve ne parlo), mi sono dedicata alla visione di questo film e l’ho molto apprezzato.
Ho fatto la guida per alcuni anni alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia grazie ad una bella iniziativa della regione Veneto e ho letto il suo libro “Una vita per l’arte” ma devo dire che il film mi ha fatto scoprire comunque delle cose che non conoscevo della sua storia.
La grande novità del film è che è costruito attorno alle interviste realizzate da Peggy negli ultimi anni della sua vita: tali registrazioni erano state effettuate da Jacqueline Bogard Weld per la redazione dell’unica biografia autorizzata da Peggy “Peggy, The Wayward Guggenheim” ma erano andate perdute. Lisa Immordino Vreeland si è messa a cercarle nella cantina della scrittrice e le ha presentata nel suo documentario. Così nel film abbiamo anche l’occasione di sentire la voce di Peggy ed apprezzare il suo umorismo.
Alcune cose mi hanno particolarmente colpita del film: quanto Peggy fosse ribelle e per questo amasse circondarsi di arte ribelle, di rottura. Sappiamo che fu aiutata da molti esperti nella costruzione della sua collezione ma sicuramente la spinta iniziale, il desiderio di collezionare quel tipo di opere era suo.
Ci sono tante e belle immagini della sua collezione nella sua casa di Venezia ed è proprio vero che, andando lì, si percepisce ancora la sua presenza, anzi forse mi piacerebbe che nell’allestimento fosse valorizzata ancor di più. La scelta di Venezia come casa della sua collezione abbia veramente cambiato la connotazione di questa nostra città rendendola sede dell’avanguardia artistica, connotazione che speriamo non perda mai.
Mi piacciono molto anche le parole con le quali la ricorda alla fine la regista parlando dell’eredità che ci ha lasciato Peggy Guggenheim
Il suo coraggio e il mondo in cui l’ha utilizzato per trovare se stessa. Lei possedeva un’audacia che poche persone possono vantare, soprattutto donne. A suo modo era una femminista, ed è un bene per le donne e le giovani ragazze di oggi vedere una donna che ha oltrepassato i confini imposti da una famiglia molto tradizionale e ha realizzato qualcosa nella propria vita. (…) Il suo talento era ridefinire se stessa.
E allora, grazie Peggy.