Venezia e le sue isole sono così dense di arte, storia, abitanti (forse più in passato) che le coltivazioni di frutta e verdura non sono le prime cose che vengono in mente quando le si visita.

Eppure ad esempio di vigne ce n’erano in passato (vedi, tra gli altri il toponimo, San Francesco della Vigna) e servivano ovviamente a soddisfare il consumo locale.

Quando sono stata in visita a Venissa, sono stata conquistata dal progetto. Siamo a Mazzorbo, laguna nord, isola congiunta alla più conosciuta Burano. E’ qui che Gianluca Bisol, storico produttore di prosecco a Valdobbiadene, ha recuperato nel 2002 una antica vigna murata dove è stata piantata la Dorona. Si tratta di un storico vitigno autoctono a bacca bianca tipicamente veneziano, coltivato fin dal XV secolo e perso nei secoli. Il progetto era ambizioso dato che il terreno e la vigna erano in stato di abbandono, ma nel 2010 finalmente si tenuta la prima vendemmia di Dorona. Il vino prodotto, Venissa, è un vino bianco interessante ed espressione fortissima del territorio, macerato sulle sue bucce per estrarre aromi e colori. E’ contraddistinto anche dalla salinità propria del territorio su cui sono piantate le sue vigne.

Venissa

Venissa

La tenuta è interamente circondata da mura medievali, rifatte nel 1727. A rendere ancora più suggestivo il luogo è il Campanile del ‘300 della Chiesa di San Michele Arcangelo, costruita nell’XI secolo.

Campanile - Venissa

Campanile – Venissa

Oggi Venissa è anche un ristorante gestito dalla Chef Antonia Klugmann che usa soprattutto ingredienti provenienti dagli orti della tenuta curati da nove pensionati di Burano che ogni giorno riforniscono il ristorante con frutta e verdura di stagione.Per chi vuole immergersi per un po’ in questa atmosfera fuori dal tempo, Venissa ospita anche un piccolo ostello con 6 camere.

Orto - Venezia

Orto – Venezia

Sempre nella Laguna Nord troviamo  l’Orto di Venezia, nell’isola di Sant’Erasmo. Qui si producono non solo vino ma alcune altre prelibatezze della tavola veneziana: il carciofo violetto e le “castraure”. Testimonianze storiche indicano che già nel 16° secolo nell’isola vi erano molti vigneti, poi abbandonati nei secoli successivi. Michel Thoulouze e la sua famiglia hanno rilanciato nell’isola la coltivazione della vite e del vino con la consulenza di tecnici e professionisti del vino di fama internazionale.

I 4 ettari e mezzo di vite sono “cultivar” di antichi vitigni italiani dove domina la malvasia istriana. Nato quindi sul terreno sabbioso di un’isola della Laguna, il vino ha un inteso sapore minerale. Nessun trattamento chimico di sintesi viene utilizzato per la produzione di ca. 18.000 mila bottiglie l’anno di Orto (questo il nome del vino).

Il vino prodotto è ovviamente il perfetto abbinamento con i piatti tipici della laguna di Venezia dove pesce, frutti di mare, carciofi, asparagi e ortaggi freschi fondono i loro aromi e i loro profumi.

Visite e degustazioni sono ovviamente possibili in entrambe le realtà che rappresentano un’idea nuova per la visita della città di Venezia, che sicuramente non può prescindere da Piazza San Marco ma che in questi luoghi offre maggiormente la possibilità di immergersi nello spirito della Laguna.